La cannabis o canapa è una pianta erbacea che cresce in varie aree del mondo a clima temperato. Si distinguono due principali specie del genere cannabis: l’indica e la sativa, ma esistono anche numerosi ibridi. Ciò che comunemente viene definita marijuana è in genere un miscuglio di infiorescenze e foglie essiccate. La resina pressata è, invece, ciò che normalmente chiamiamo hashish. Tra i tanti principi attivi preseni, il più importante è il delta-9- tetraidrocannabinolo (THC).
ASPETTO E MODALITÀ DI CONSUMO
La cannabis generalmente si fuma mescolata al tabacco sotto forma di sigarette, comunemente denominate canne o spinelli, ma si può anche ingerire in preparazioni particolari (pillole, infusi, pasticcini, torte) o può essere consumata con i vaporizzatori.
Occorre tuttavia ricordare che le proprietà psico-attive della cannabis si intensificano quando viene riscaldata.
La concentrazione dei principi attivi varia molto in base al prodotto, perciò è difficile definire un dosaggio medio.
EFFETTI
La cannabis viene collocata di norma nel gruppo delle sostanze psichedeliche, anche se i suoi effetti sono spesso inibenti e variano a seconda del tipo di piante. L’effetto delle piante indica, infatti, è maggiormente rilassante e calmante, a dosi elevate, soporifero. Le piante sative, invece, hanno effetti più «cerebrali», euforizzanti e psichedelici.
In generale, la cannabis comunemente diffusa rilassa, calma, stimola l’appetito, intensifica i sentimenti, porta a stati d’estrema euforia e provoca eccessi incontrollati d’ilarità. La percezione del tempo cambia (il più delle volte rallenta). Dosi elevate o il consumo di prodotti con basse concentrazioni di CBD, possono avere effetti allucinogeni e possono provocare ripercussioni temporanee sulla concentrazione e sull’attenzione.
TEMPI
Quando la cannabis viene fumata, il THC si assorbe immediatamente e gli effetti si manifestano in pochi minuti. Ci vogliono invece almeno un paio d’ore se viene ingerita.
La durata degli effetti è variabile: mediamente 1-2 ore se fumata e anche 8-14 ore se ingerita.
Gli effetti a lungo termine, invece, dipendono molto dalla dose, delle abitudini di consumo e della costituzione. Ci vogliono almeno 3 settimane per smaltire completamente la sostanza.
RISCHI ED EFFETTI COLLATERALI
Gli effetti collaterali più comuni associati al consumo di cannabis sono l’accelerazione del ritmo cardiaco e del polso, gli occhi rossi, la bocca secca, e la cosiddetta fame «chimica» esagerata. Essa, inoltre, influisce sulla coordinazione e la percezione spazio/temporale e dà difficoltà di concentrazione. Vertigini, nausea e vomito possono comparire soprattutto alla prima assunzione.
A dosi elevate, può provocare problemi circolatori (che a loro volta, possono portare a un collasso), intensificazione sgradevole dei sentimenti fino a paranoia e crisi depressive.
In caso di consumo frequente di elevate quantità, c’è la possibilità di sviluppare una dipendenza (principalmente psichica ma con leggeri sintomi fisici). Tra i sintomi di dipendenza si possono verificare: sudorazione, vampate, assenza di appetito, insonnia e irritabilità.
In caso di consumo cronico c’è il rischio di un distacco dalla realtà, problemi di memoria a corto termine e perdita di motivazione. A causa dei prodotti della combustione, fumare regolarmente indebolisce le vie respiratorie (bronchiti, infiammazioni delle vie respiratorie e dei polmoni).
SAFER USE
- Se si ha l’intenzione di consumare, fumare solo durante il tempo libero. Il THC, infatti, influisce temporaneamente sulla capacità di attenzione e concentrazione.
- Quando si bevono o si mangiano derivati della canapa, gli effetti sono più imprevedibili e intensi. Vi è quindi un elevato rischio di sovradosaggio.
- Più si è giovani quando s’inizia a fumare, maggiore è il rischio che si sviluppino problemi psichici.
- Non fumare quando non si sta bene con se stessi: possono manifestarsi psicosi latenti nelle persone più vulnerabili.
- L’uso di derivati della canapa è fortemente sconsigliato per le persone che soffrono di malattie delle vie respiratorie o di patologie cardiache.
Fonte: danno.ch